E adesso come la mettiamo?
Chi tornerà sui passi e ammetterà di aver sbagliato?
Chi dirà di aver preso una cantonata pazzesca?
Pochi,pochissimi,forse nessuno.
Erano scesi in piazza i comitati antirazzisti. I politici della sinistra radicale e veltroniana avevano denunciato il clima profondamente razzista che regna in Italia.
I fascisti tornano a picchiare. La destra più becera si getta nelle ronde e nei pestaggi ai danni degli immigrati.
La stampa cavalca l’onda e sottolinea il rigurgito razzista dell’estrema destra.
Giovani a volti coperti con sciarpe raffiguranti croci celtiche e croci uncinate.
Un’aggressione politica,razzista,nazistaGuardate come commenta un leader dei centri sociali(se riuscite a decifrare l'italiano incomprensibile)
E alla fine?
Alla fine risulta che l’aggressore è un uomo come tanti altri. Qualche precedente penale e una famiglia sulle spalle.
Non solo.
Non è un fascista. Non è tantomeno un uomo di destra.
Anzi, è un uomo di sinistra.
Sul braccio ha un tatuaggio del Che.
Vi invito tutti a leggere l’articolo di Repubblica che trovate a questo link http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/05/29/065macch.html.
Questa è la parte iniziale:
L' uomo del raid del Pigneto, «l' italiano sulla cinquantina» cui la polizia cerca da cinque giorni di dare un volto, il più vecchio tra i mazzieri, il "Capo", arriva all' appuntamento ai tavolini di un bar che è notte. Ha i capelli brizzolati, gli occhi lucidi come di chi è in preda a una febbre. Allunga la mano in una stretta decisa che gli fa dondolare il ciondolo d' oro al polso. «Eccome qua, io sarei il nazista che stanno a cercà da tutti i pizzi. Guarda qua. Guarda quanto so' nazista...». La mano sinistra solleva la manica destra del giubbetto di cotone verde che indossa, scoprendo la pelle. L' avambraccio è un unico, grande tatuaggio di Ernesto Che Guevara.