Azione Giovani è il movimento giovanile di Alleanza Nazionale.
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venerdì 30 maggio 2008

Che gran figura di M.....

E adesso come la mettiamo?

Chi tornerà sui passi e ammetterà di aver sbagliato?

Chi dirà di aver preso una cantonata pazzesca?

Pochi,pochissimi,forse nessuno.

Erano scesi in piazza i comitati antirazzisti. I politici della sinistra radicale e veltroniana avevano denunciato il clima profondamente razzista che regna in Italia.

I fascisti tornano a picchiare. La destra più becera si getta nelle ronde e nei pestaggi ai danni degli immigrati.

La stampa cavalca l’onda e sottolinea il rigurgito razzista dell’estrema destra.

Giovani a volti coperti con sciarpe raffiguranti croci celtiche e croci uncinate.

Un’aggressione politica,razzista,nazista

Guardate come commenta un leader dei centri sociali(se riuscite a decifrare l'italiano incomprensibile)


E alla fine?

Alla fine risulta che l’aggressore è un uomo come tanti altri. Qualche precedente penale e una famiglia sulle spalle.

Non solo.

Non è un fascista. Non è tantomeno un uomo di destra.

Anzi, è un uomo di sinistra.

Sul braccio ha un tatuaggio del Che.

Vi invito tutti a leggere l’articolo di Repubblica che trovate a questo link http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/05/29/065macch.html.

Questa è la parte iniziale:

L' uomo del raid del Pigneto, «l' italiano sulla cinquantina» cui la polizia cerca da cinque giorni di dare un volto, il più vecchio tra i mazzieri, il "Capo", arriva all' appuntamento ai tavolini di un bar che è notte. Ha i capelli brizzolati, gli occhi lucidi come di chi è in preda a una febbre. Allunga la mano in una stretta decisa che gli fa dondolare il ciondolo d' oro al polso. «Eccome qua, io sarei il nazista che stanno a cercà da tutti i pizzi. Guarda qua. Guarda quanto so' nazista...». La mano sinistra solleva la manica destra del giubbetto di cotone verde che indossa, scoprendo la pelle. L' avambraccio è un unico, grande tatuaggio di Ernesto Che Guevara.

mercoledì 28 maggio 2008

Scontri alla Sapienza


Violenza preannunciata quella andata in scena ieri alla Sapienza di Roma.

Dopo la pessima figura con Papa Ratzinger ,la Sapienza è stata nuovamente teatro di un episodio di violento boicottaggio delle idee altrui.

I protagonisti sono sempre gli stessi: i collettivi di sinistra e il rettorato.

Andiamo con ordine.

Il gruppo studentesco che fa riferimento a Forza Nuova chiede l’autorizzazione per effettuare una conferenza sul tema delle Foibe. Questa conferenza doveva rappresentare la risposta alla conferenza organizzata in precedenza dai collettivi e che aveva visto protagonista una nota negazionista la quale ritiene che le foibe siano solo una creazione degli esponenti neofascisti.

Tuttavia a Forza Nuova l’autorizzazione viene negata. La motivazione è qualcosa di esemplare:”per timori che il dibattito si tramuti in disordini”.

Siamo alle comiche.

Per l’ennesima volta un gruppo di destra o di estrema destra non riesce a trovare spazio all’interno delle Università.

Basta poco. Basta che i collettivi si organizzino, si riuniscano in un picchetto all’entrata delle aule, basta che occupino per qualche ora la Presidenza della Facoltà e il permesso per manifestare le proprie idee viene bellamente negato allo schieramento avversario.

Questa è lo costante dei gruppi studenteschi di sinistra. Negare i diritti ai ragazzi di destra, vietare loro di poter esprimere liberamente le proprie idee, boicottare in modo violento qualsiasi forma di espressione del pensiero.

E il tutto avviene all’interno delle Università: per definizione il luogo dove massima deve essere la garanzia di poter esprimere liberamente il proprio pensiero.

Una Università schiava delle violenze e dei ricatti dei collettivi rossi.

Vogliamo un’Università capace di rispondere in modo deciso a queste minacce.

Un’Università che sappia garantire a tutti la libertà di pensiero.

Un’Università che sia davvero un luogo di confronto e un crocevia di culture.

Non un canile dove vince il cane che abbaia più forte.

martedì 6 maggio 2008

Grande Fratello


Assistiamo in questi giorni all’ultima illuminazione del Governo Prodi.
Chi lo pensava morto e defunto ha dovuto ricredersi davanti all’ultima trovata della nobiel truppa prodiana.
Non contenti di aver martoriato gli italiani con tasse sempre più elevate, non paghi di aver messo pesantemente le mani nelle tasche dei cittadini, il viceministro Visco esala l’ultimo rigurgito pubblicando su Intenet tutti i redditi dei contribuenti.
Dal ricco industriale all’operaio in cassa integrazione,dalla maestra d’asilo all’artigiano in pensione,dal professore universitario all’avvocato di provincia:tutti,nessuno escluso,hanno visto i propri redditi pubblicati nella rete.
Vi domanderete: e la privacy? E la tutela della riservatezza?
Il Codacons ha adito immediatamente le vie legali chiedendo un risarcimento di 20 miliarid di euro (cifra superiore ad una manovra finanziaria) per lamentare il risarcimento del danno alla privacy.
Il Garante del Contribuente (organo statale che vigila sull’operato del Fisco) denuncia di non aver mai prestato il proprio consenso per avviare la procedura di pubblicazione.
La Procura di Roma ha avviato le indegini per ricercare chi ha pubblicato i dati in Intenet.
Intanto Visco ribadisce di aver agito nel rispetto della legge.Grazie, tutti sono in grado di agire in base alla legge quando la legge te la fai tu.
Ma intanto il danno è fatto. Grave e irreparabile.
Ecco in cosa si sono tradotti gli slogan contro l’evasione fiscale del Governo Prodi e del fido Veltroni.
Quando promettevano lotta serrata all’evasione non intendevano maggiori finanziamenti alla polizia tributaria,non intendevano maggiori risorse a chi deve combattere contro gli evasori.
Niente di tutto ciò. L’unica idea che sono riusciti a partorire è stato il Grande Fratello dei Redditi.
Sono riusciti solamente a pubblicare i redditi dei contribuenti soddisfando così tutte le manie vojueristiche degli italiani e servendo in un piatto d’argento tutti i dati essenziale per chi vuole commettere sequestri,rapine o estorsioni.
Gran bella lotta all’evasione.
Sembrerebbe quasi che il Governo Prodi avesse in qualche modo voluto far pagare la sconfitta agli italiani..

P.S. E perché mai per una volta non ci siamo messi a copiare anche noi?
Magari dall’Irlanda,dove vengono pubblicati solo i redditi degli accertati evasori fiscali,in modo che possano essere svergognati nella pubblica piazza.