Azione Giovani è il movimento giovanile di Alleanza Nazionale.
Ci trovate ogni sabato pomeriggio presso la sede di An in Piazza Trevisan (in parte alla farmacia).
Per qualsiasi informazione contatta il numero 335 7570037

lunedì 29 dicembre 2008

A "carega"


Il figlio del leader dell'Idv Antonio Di Pietro, Cristiano Di Pietro, chiamato in causa nell'ambito dell'inchiesta 'Global Service', lascerà l'Italia dei Valori.
"Lascio l'Italia dei Valori - prosegue la lettera - e conseguentemente ogni incarico di partito ed anche il mio ruolo di capogruppo al Consiglio provinciale di Campobasso, ove mi iscriverò al gruppo misto. Lo faccio con sofferenza e dispiacere (soprattutto per la disumana ingiustizia che sto patendo) ma non voglio creare imbarazzo alcuno al partito". "Attenderò serenamente - aggiunge - che la procura di Napoli completi le indagini preliminari in corso (che peraltro nemmeno riguardano la mia persona) in esito alle quali ogni singola posizione personale potrà essere chiara a tutti. Poi, quando tutto sarà chiarito, ne riparleremo".

Lascia il partito,ma tiene ben stretta la poltrona!

giovedì 27 novembre 2008

Memento


“Siamo nel 1987 al Tribunale di Milano, dopo ben 12 anni si svolge il processo agli assassini di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù milanese ammazzato da militanti di Avanguardia operaia a colpi di chiave inglese ‘hazet 36’, proprio quella lunga ‘appena’ quaranta centimetri.
Gaetano Pecorella è l’avvocato difensore di Saverio Ferrari, imputato - e condannato a 5 anni e 6 mesi - per un’aggressione collegata all’omicidio Ramelli, che aveva visto come co-protagonisti alcuni assassini di Sergio, ed aveva causato il grave ferimento di tre ragazzi: Fabio Ghilardi (due operazioni, coma, polmone d’acciaio, epilessia permanente), il 16enne Giovanni Maida (quattro fratture alla mandibola ed una alla spalla) e Bruno Carpi (doppio sfondamento della calotta cranica).
Durante l’arringa, il penalista - forte del suo passato politico ed ancora lontano dai banchi parlamentari azzurri - si lasciò andare appassionatamente, come raccontato dalla cronaca giudiziaria di una fonte insospettabile come “l’Unità”: «
«Quando i diritti fondamentali di una comunità non vengono realizzati, come la messa al bando del MSI, la comunità ha il diritto di riappropriarsi di quei diritti… Togliere agibilità politica e spazi di aggregazione ai fascisti non è un reato, ma la legittima applicazione di un principio costituzionale»» (2).
Frase che un decennio dopo, Pecorella - folgorato sulla via di Arcore con la sua prima candidatura al Parlamento - ha negato, forse anche perché nel collegio uninominale erano necessari anche i voti degli elettori di Alleanza nazionale: «Una frase che sicuramente non ho mai detto. Primo perché non mi riconosco in quei concetti e in quei termini, secondo perché da avvocato, avrei reso un pessimo servizio al mio assistito» (3).
Eppure, Ignazio La Russa - in quel processo avvocato della famiglia Ramelli - appena due anni fa confermava: «Lui fu uno dei pochi che nell’arringa finale ribadì che uccidere un fascista era meno grave.”


Fonte
http://lecosedadire.ilcannocchiale.it/?TAG=sergio%20ramelli


AZIONE GIOVANI NON DIMENTICA

venerdì 7 novembre 2008

oltre il muro

Il 9 Novembre del 1989 cadeva il Muro di Berlino.
Non cadeva solo un muro,veniva giù sgretolandosi tutta l'ideologia comunista.
Il nostro ricordo va alla popolazione di Berlino Est che ha dovuto subire la dittatura comunista per tre interminabili decenni.
Bastò una notte per trovarsi trincerati all'interno del proprio quartiere.
Senza alcuna via di fuga.
Senza alcuna possibilità di fuggire dal giogo della falce e martello.
Centocinquanta chilometri di muro separavano il mondo occidentale e democratico dal mondo assoggettato alla dittatura comunista.
Da Berlino Est non si poteva più fuggire.
In migliaia tentarono di passare quel confine cercando i modi più originali per eludere i controlli. Tutti i tentativi avevano in comune quell'insopprimibile desiderio di libertà e di democrazia che veniva garantita appena pochi metri oltre quel muro.
In molti riuscirono a scappare. Moltissimi,invece,trovarono la morte.
La vita nella Berlino Est rappresentò l'ultima propagazione dell'autoritarismo comunista:uno spietato stato di polizia, repressione dei pensieri non conformi,sistematica negazione dei diritti umani.
Senza alcuna via di fuga.
Sono passati 19 anni.
Per il Calendario della Storia,è come se fosse l'altro ieri.
Non dimentichiamolo.


Azione Giovani San Donà di Piave.





sabato 1 novembre 2008

mercoledì 17 settembre 2008

Fini e il suo personale Antifascismo.


E’ sempre molto interessante ascoltare il Presidentissimo Gianfranco Fini parlare della storia italiana,in particolare della storia della destra italiana.

E’ innegabile che i giudizi sulla storia si riflettano anche sulla linea politica di un partito,a maggior ragione se questo partito è Alleanza Nazionale ovvero l’erede legittimo di quel Movimento sociale Italiano nato dalla ceneri del defunto Partito Fascista.

Fini,intervenuto ad un dibattito dei giovani del PdL(l’ex festa di Atreju ndr),afferma quanto segue “"i valori in cui la destra si deve riconoscere sono:libertà,uguaglianza e solidarietà che sono i valori sui quali si basa la nostra costituzione e che rappresentano la democrazia...

essere democratici e riconoscersi in questi valori significa essere antifascisti e nella tesi di Fiuggi tutto questo era già stato scritto".

Il pasticco storico-politico è combinato.

Fini dimentica che l’autore di questi insegnamenti fù nient’altro che il suo padre politico:Giorgio Almirante.

Egli infatti riuscì a dare la risposta al quesito:si può essere fascisti in democrazia?

E la risposta di Almirante è che si può restare fascisti anche in democrazia.

Essere fascisti in democrazia non è un ossimoro.

Non è una contraddizione in termini.

Significa riconoscere in primo luogo la Costituzione e il suo contenuto. Significa rispettare non solo il dettato formale del testo costituzionale,ma anche il contenuto materiale.

Tutto ciò comporta che una volta conquistate determinate libertà e costruito uno Stato democratico-repubblicano, non è più possibile tornate indietro.

Non si può più tornare al Fascismo del Ventennio. E’ necessaria una rivoluzione culturale senza abbandonare i principi guida.

I neo-fascisti in democrazia devono “cavalcare la tigre”. Entrare con difficoltà all’interno dell’arco costituzionale riconoscendone legittimità e applicazione.

I fascisti in democrazia hanno dovuto accettare il campo costituzionale e democratico come terreno per le proprie iniziative politiche.

Il fatto che per oltre 60 anni l’MSI,prima, e AN,poi,abbiano agito all’interno di questo quadro significa che i neo-fascisti (e i post-fascisti) hanno riconosciuto l’inderogabilità di tutte le libertà,di tutti i principi,e di tutti i diritti sanciti nella nostra Costituzione.

L’errore di Fini è,invece,quello di ritenere valida l’equazione democratico = antifascista. Non c’è equazione più fallace.

Riconoscere i principi costituzionali,in primis il principio democratico, non deve per forza di cose significare essere antifascisti.

L’antifascismo è un movimento troppo ampio,è un calderone dentro il quale ci finiscono troppi ingredienti e troppe ideologie,la maggior parte delle quali di stampo totalitario.

Antifascisti erano anche quei partigiani che sognavano una dittatura del proletariato italiano al soldo dell’Unione Sovietica.

Antifascisti erano gli italiani che osannavano le gesta di Tito mentre migliaia di italiani venivano epurati dalle loro terre.

Antifascisti erano i compagni del PCI (in primis il nostro Presidente della Repubblica) che appoggiarono o non condannarono i carri armati sovietici mentre falciavano i ragazzi nelle piazza di Praga e di Budapest.

Antifascisti erano quei compagni che bruciavano le nostre sedi,che sprangavano i nostri militanti,quei compagni che hanno ucciso decine e decine di giovani militanti di destra.

Riconoscermi in questo antifascismo mi riesce difficile.

Anzi,impossibile

William


Comunicato stampa a firma di Giorgia Meloni:

Carissimi,

credo che a nessuno di voi sia sfuggito il tentativo di strumentalizzazione messo in atto sulla antica diatriba fascismo-antifascismo ai danni di Azione giovani, anche per qualche nostra ingenuità.
Ero convinta che il comportamento di migliaia di ragazzi nell’incontro con il presidente Fini ad Atreju avesse rivelato alla politica e al mondo dell’informazione qualcosa di più del nostro modo di essere e di pensare. Così non è stato. Così non si è voluto che fosse.
Ritengo dunque opportuno intervenire, anche per non essere ingiustamente attaccati in nome di cose né dette né pensate.
Non cadete nel tranello. Siamo stati e restiamo gente che crede nella libertà, nella democrazia, nell’uguaglianza e nella giustizia.
Siamo quelli che ogni giorno consumano i migliori anni della propria gioventù per difendere questi valori, al punto che se oggi qualcuno si mettesse in testa di reprimerli – come avviene in Cina, a Cuba o in altre parti del mondo – noi li difenderemmo con la vita. Sono i valori sui quali si fonda la nostra Costituzione e che sono propri anche di chi ha combattuto il fascismo.
Certo, c'è stato anche un antifascismo "militante" in nome del quale sono stati uccisi presunti fascisti e anche antifascisti, sono stati infoibati vecchi, donne e bambini, sono stati eliminati ragazzi di sedici anni che avevano come unica colpa quella di far parte della nostra organizzazione. Certo, ancora oggi, in nome dell’antifascismo "militante" ad alcuni di noi viene impedito di andare a scuola, all’università, al cinema.
Si tratta della mia obiezione ed è la stessa di Gianfranco Fini che, ad Atreju, ha operato questa distinzione, parlando di un antifascismo democratico e uno non democratico, ovvero di una parte di questo fenomeno nei cui valori ci riconosciamo e di un'altra parte le cui gesta sono distanti anni luce dai principi nei quali crediamo (e nei quali dovrebbe credere anche l'altro antifascismo). Noi rifiutiamo ogni forma di violenza, oppressione e intolleranza.
Gianfranco Fini ha operato questa distinzione senza soffermarcisi perché voleva che il suo giudizio sul fascismo fosse chiaro, netto, definitivo. Sapeva che molti di noi sarebbero stati feriti da questo atteggiamento, ma non ha voluto blandirci come fossimo ragazzini inconsapevoli. Sapeva di avere davanti gente piena di dignità, giovane e matura nello stesso tempo. Ed è quello che siamo.
E allora guai a offrire pretesti a una sinistra terrorizzata dall'impossibilità di utilizzare ancora contro di noi quella carta jolly rappresentata dall'accusa di fascismo. Guai a farci mettere ancora sotto accusa da chi, per storia, ha decisamente poche lezioni da offrire. Così da poter essere finalmente noi a chiedere conto del perché, ancora oggi, non una parola di solidarietà venga spesa dai sedicenti democratici quando i ragazzi di Ag vengono aggrediti o le loro sedi date alle fiamme.
E adesso, per favore, basta.
Basta con questa storia del fascismo e dell’antifascismo. Mi rivolgo a tutti, dentro e fuori da Azione Giovani, dentro e fuori da An, dal Pdl, da Montecitorio, dalla politica italiana intera. Pietà! Siamo nati a ridosso degli anni ’80 e ’90, siamo tutti protesi anima, cuore e testa nel nuovo millennio. Dobbiamo respingere insieme questo tentativo di rinchiudere quella meravigliosa gioventù che svolgeva poche ore fa la più grande manifestazione giovanile d’Italia in uno spazio angusto di quasi cento anni or sono. Ragazzi, stiamo vincendo e questo non va giù a una sinistra sempre più priva di risposte concrete e suggestioni efficaci. Che ha completamente perso il contatto con la nostra generazione e ora cerca di costringerci all’interno di una galera civile per evitare che il nostro amore possa continuare a contagiare altri giovani italiani.
Non ne posso più di parlare di fascismo e antifascismo, e non intendo farlo ancora. Voglio fare altro, occuparmi di questo presente e di questo futuro. Come ognuno di voi, voglio fare politica nell’Italia di oggi, per dare una speranza all’Italia di domani.
Tutto il resto è noia.

Giorgia Meloni



giovedì 11 settembre 2008

Forza Obama!



Io sto con Obama.

Non voglio cimentarmi in una attenta analisi politica dei due candidati alla Casa Bianca.

Dichiaro di non conoscere i due programmi dei rispettivi partiti.

Non ho la capacità di effettuare un serio paragone socio-economico-politico dell’intero scenario politico statunitense.

Desidero solo dire il mio pensiero.

Il pensiero di un uomo della strada che ogni tanto legge qualche quotidiano.

Bene.

Io sto con Obama.

Perché?

Perché tra Obama e Mc Cain ci sono trent’anni di differenza.

Il candidato repubblicano ha 72 anni,Obama ne ha 47.

Se Mc Cain venisse eletto,sarebbe l’uomo più anziano alla guida degli States di tutta la loro storia.

Ripeto che ragiono da uomo della strada.

Scusate,ma in giro non si sente sempre dire “largo ai giovani”,”voi giovani dovete prendere i posti che contano”? Si signore.

E adesso che c’è l’opportunità di poter eleggere un candidato davvero giovane,dovrei appoggiare il solito vecchio rincitrullito? No signore!

Uno dei tantissimi temi che vengono portati avanti da Azione Giovani è quello della Rivolta Generazionale. Bene. Quella di Obama è una vera e propria Rivoluzione. Un uomo,poco più che ragazzo,candidato alla casa bianca. Un 42enne che in Italia farebbe a male pena il presidente di un Circolo di Provincia,mentre in America viene candidato alla Casa bianca.

E’ il simbolo di una generazione che si è stufata di dire sempre “sissignore”.

E’ l’emblema di una gioventù che vuole tornare protagonista.

Una gioventù che vuole i suoi spazi,la sua voce in capitolo.

Una gioventù che rivendica i propri diritti contro i parrucconi dell’ancien-regime.

Io sto con Obama.

Perché Obama è afroamericano e in due secoli e mezzo di storia gli Usa non hanno mai avuto un candidato afroamericano alla Casa Bianca.

La vittoria di Obama rappresenterebbe il coronamento della storia e delle sofferenze di tutti i neri d’america passando dai raccoglitori di cotone fino a Martin Luthr King. Un modo per ricordare che le loro lotte e i loro lotti non sono stati spesi invano. Il passo decisivo per chiudere definitivamente il capitolo infame della discriminazione razziale.

Mi metto quindi nei panni di un americano che si accinge al voto.

Mi vedo davanti ad una svolta epocale: continuare con il “vecchio”,oppure lanciarsi con coraggio verso una nuova stagione politica.

E il mio voto è per Obama.

Forse Obama sembrerà pure una pop-star.

Io la ritengo più un’icona.

Il simbolo di una rivolta generazionale.

Forza Obama.


Sir William

mercoledì 3 settembre 2008

PPE

Dato che ormai ci hanno indicato la strada,è meglio cominciare a conoscere il percorso.


Il Partito Popolare Europeo (PPE) è il maggiore partito politico europeo. Fondato nel 1976, il PPE è formato oggi da partiti nazionali d'ispirazione democristiana di tutti Paesi dell'Unione Europea. Secondo la fonte ufficiale il PPE si definisce una famiglia di centro, che si inserisce nell'alveo della tradizione democristiana europea, con radici profonde nella storia della stessa Europa.

Durante gli anni '90, rispondendo ad un'idea di Helmut Kohl, il Partito Popolare Europeo si è aperto a partiti di ispirazione liberale e conservatrice. Si è inoltre alleato con i Democratici Europei, raggruppamento conservatore animato dal Partito Conservatore britannico, dando vita al Parlamento Europeo al gruppo parlamentare del Partito Popolare Europeo - Democratici Europei (PPE-DE).

Oggi, con 69 partiti membri di 37 nazioni diverse, 16 capi di governi nazionali (di cui 10 dell'UE e 6 extra-UE), 9 membri della Commissione Europea (incluso il Presidente) e il più grande gruppo (il PPE-DE che conta 264 membri) nel Parlamento Europeo, il PPE è il principale partito europeo.

In Italia hanno già aderito:


Il sito del movimento giovanile è
www.yepp-online.net

Incominciamo a farci l'abitudine....

venerdì 29 agosto 2008

Giù le mani!

GIU' LE MANI DA ATREJU
GIU' LE MANI DAL NOSTRO SIMBOLO
GIU' LE MANI DA AZIONE GIOVANI

sabato 2 agosto 2008

La coerenza dei Rasta...



Ho sempre associato le immagini delle manifestazioni No Global con ragazzi e ragazze dai bizzarri capelli rasta. Non c’è corteo di sinistra nel quale non facciano bella mostra capigliature Rasta, effigi del grande Bob Marley e bandiere della Giamaica.

Per molti l’essere Rasta è una vera e propria filosofia di vita. Rispettabilissima come tutte le altre filosofie.

Poi mi sono imbattuto sulla storia dell’ultimo imperatore di Etiopia,Hailè Selassie.

Una figura sacra per tutto il Rastafarianesimo ,definito come Cristo ritornato in Terra, il Messia Nero. Ci siamo capiti: non uno qualsiasi.

Ebbene,sapete che fine ha fatto Hailè Selassiè?

Costretto ad emigrare in seguito all’invasione italiana del 1934,torna in Etiopia nel 1941. Conduce una politica moderna e moderata che farà conoscere un periodo di prosperità a tutta la Nazione.

Tuttavia qualcuno tramava contro di lui.

Nel 1975 un golpe militare guidato da Menghistu Hailè Mariam elimina il governo di Hailè Selassie e lo spodesta. Viene instaurata un efferata dittatura COMUNISTA che porterà alla fame milioni di cittadini etiopi.

Hailè Selassie viene incarcerato. Di lui si avranno pochissime notizie.

Solo nel 1994,anno del crollo della dittatura comunista,si avrà la conferma ufficiale: Hailè Selassie è morto soffocato con un cuscino nella notte del 26 Agosto del 1975,davanti agli occhi insanguinati del dittatore Menghistu.

Questa è la storia dell’ultimo imperatore di Etiopia,simbolo sacro e venerato da tutti i Rasta.

Ma lo sapevano lor signori che è stata proprio una dittatura comunista a condannare a morte il più grande esponente del Rastafarianesimo?

Non trovano contraddittorio portare i capelli Rasta e abbracciare la causa comunista?

Si può seguire una filosofia pacifista come quella Rasta,e appoggiare efferate dittature comuniste?

Ma soprattutto,si può essere allo stesso tempo vittime e carnefici?

(il video della canzone è solo a scopo ludico)

sabato 19 luglio 2008

Scandali italiani

"Vendo a miglior offerente un mio rene oppure un polmone o una parte del mio fegato.

Sono sano e ho 50 anni."

E’ questo il contenuto di un’inserzione apparsa sul più grande mercato di Internet, E-Bay.

Non una maglietta,un paio di scarpe, non un accessorio.

Ma un rene,un polmone,una parte del fegato.

Sembra una bufala. In realtà è un vero e proprio dramma.

E’ il dramma di un imprenditore veneziano che si firma G.F.

Il nostro protagonista avanza 32 000 euro che non gli sono stati pagati per aver lavorato come lavoratore dipendente e in più avanza 300 000 euro che gli spettano come socio di una società.

Cifre importanti,non “bruscolini”.

G.F. pensava di ottenere queste cifre in tempi brevi, in modo da poter continuare la propria attività.

E invece si è trovato davanti alla macchina burocratica delle nostra giustizia. Ricorsi,controricorsi,udienze,avvocati,giudici e cancellieri. Carte,scartoffie,incartamenti.

Il tempo che passa e un’attività da mandare avanti. Quei soldi servono. Eccome se servono.

Anni in attesa di una decisione.

Troppo tempo per chi ha davvero bisogno di giustizia.

Quanti altri polmoni vedremo messi all’asta come fossero un paio di scarpe?



domenica 6 luglio 2008

FREE TIBET!


PRESIDIO AZIONE GIOVANI
VENERDI ' ORE 20.30
PIAZZA BRESCIA, JESOLO LIDO

In molti ci saremo accorti,girando per le vie di Jesolo, che lungo via Bafile c’è un pullulare di bandiere della Cina.

Il fatto deriva che l’amministrazione locale ha scelto di dedicare la consueta rassegna dei castelli di sabbia al tema delle Olimpiadi di Pechino.

Dopo i recenti scontri scoppiati in Tibet( si parla di più di 100 morti) abbiamo assistito ad una ferma condanna da parte di tutte le istituzioni: dal Papa al Presidente del Consiglio,dal parlamentare al comune più disperso della nostra amata Penisola.

Tutti si sono stretti in un abbraccio simbolico alla popolazione tibetana. In molti hanno denunciato le violente e sanguinose repressioni poste in essere dal governo cinese nei confronti dei protestanti. Abbiamo ancora negli occhi le lunghissime e ordinate file di monaci buddisti presi a manganellate dalla polizia cinese.

Il Governo di Pechino ha perfino vietato l’accesso nella regione del Tibet a tutti i giornalisti stranieri affinché non possano documentare quello che sta succedendo.

Inoltre le autorità cinesi hanno censurato tutti i siti internet che non rispecchiano il diktat e il pensiero governativo. Tra questi perfino il sito internet nazionale di Azione Giovani.

Davanti a tutto questo non possiamo rimanere in silenzio.

Non possiamo tollerare che le Olimpiadi vengano ospitate in una paese dove la giustizia è amministrata in nome del Partito, dove la pena di morte è utilizzata in modo criminale,dove ogni forma di opinione non conforme è considerata come un reato.

Non possiamo tollerare che una protesta si trasformi in una carneficina di un popolo.

Non possiamo tollerare che gli eredi della Rivoluzione Culturale sfruttino i propri lavoratori costringendoli a lavorare in condizioni disumane e azzerando qualsiasi forma di tutela sindacale.

Non possiamo tollerare che il Regime Comunista di Pechino,in vista dei giochi Olimpici, non faccia nessun passo avanti nel campo della tutela dei diritti umani.

Non possiamo più tollerare.

Per questo scenderemo in piazza al fianco dei ragazzi del circolo di Jesolo per ricordare,in primis al Comune di Jesolo, che la Cina ha già vinto la sua Olimpiade…quella della REPRESSIONE.



(nel video un esempio di come viene praticata la repressione nella capiale tibetana da parte del regime cinese)





mercoledì 2 luglio 2008

Bambini Rom

Il circolo di Azione Giovani di San Donà di Piave desidera prendere posizione in relazione a quanto affermato dal signor Nillo Tallon, sindaco di Meolo circa la proposta del Ministro Maroi di procedere alla schedatura delle impronte digitali dei bambini Rom.

Il sindaco di Meolo afferma che non si può far politica sulla pelle dei bambini.

Noi invece crediamo che non si possa fare crimine sulla pelle dei bambini. Crediamo che non si possano usare minori o addirittura bambini per compiere atti illeciti e criminali. Bambini sfruttati e costretti dai loro stessi genitori a compiere reati.

Minori messi in strada a chiedere l’elemosina per intere giornate e obbligati a delinquere sotto minacce psichiche e fisiche.

Davanti a tutto questo non si può rimanere inerti.

Ben venga quindi la proposta del Ministro Maroni di procedere alla schedatura delle impronte digitali dei bambini,proposta che trova il presupposto in una direttiva comunitaria.

Riteniamo che questa schedatura non sia una atto di discriminazione o di razzismo. Riteniamo,a differenza del signor Tallon,che sia un provvedimento a tutela dei minori e dei bambini Rom affinché si possa farli uscire con maggiore facilità da questa spirale di criminalità e sfruttamento.

Non si vuole colpire un gruppo etnico, una comunità i quanto "diversa":si vuole semplicemente far rispettare la legalità ad una minoranza,quella Rom, che fa dell'illegalità e dello sfruttamento uno stile e una risorsa di vita.

Tallon afferma che “i bambini sono la cosa più sacra al mondo”. Condividiamo in toto questa affermazione.

Ed è per questa ragione che riteniamo opportuno che il Governo si adoperi in ogni sede e con ogni mezzo per tutelare l’infanzia e per garantire istruzione e un futuro a questi bambini.

Senza dubbio la schedatura delle impronte digitale non è la “panacea” che risolve il problema della criminalità clandestina. Sicuramente è un primo passo al quale dovranno seguire nuovi ed efficaci provvedimenti:l’allontanamento dai genitori ai quali viene revocata la patria potestà,l’affidamento a strutture educative, il re-inserimento nella società della legalità.


sabato 28 giugno 2008

sabato 21 giugno 2008

Mazzola e Giralucci:PRESENTI!


Per non dimenticare.

Padova, 17 giugno 1974, sono le 9,30 quando un gruppetto di cinque persone, tra cui una donna, raggiunge la sede del MSI, in via Zabarella. Due uomini aspettano in strada, la donna si ferma sulle scale, gli altri entrano nei locali della Federazione dove si trovano Graziano Giralucci, 29 anni, sposato e padre di una bimba di 3 anni, ex giocatore e allenatore di rugby, fondatore della squadra del CUS Padova e Giuseppe Mazzola, 60 anni, carabiniere in congedo, sposato e padre di quattro figli. I due uomini, armati di una P38 e di una 7,65 con silenziatore, puntano le armi contro i missini: vogliono farli inginocchiare e legarli con delle catene. Ma l'anziano ex-carabiniere non può piegarsi a causa del busto ortopedico che porta in conseguenza ad un'antica lesione alla colonna vertebrale. Forse reagisce, forse solo si rifiuta di inginocchiarsi, fatto sta che dalla 7,65 parte un colpo che lo ferisce all'addome. Allora reagisce anche Giralucci, ma un colpo di P38 lo ferisce alla spalla, poi, subito dopo, la stessa arma lo finisce con un colpo alla nuca. Mazzola è a terra supino: è inerme, ferito, eppure uno degli aggressori gli poggia l'arma sulla fronte e fa fuoco... Poche ore dopo un volantino, fatto ritrovare a Padova e a Milano, rivendica il duplice omicidio con queste parole: "Lunedì 17 giugno 1974, un nucleo armato delle Brigate Rosse ha occupato la sede provinciale del MSI in via Zabarella. I due fascisti presenti, avendo violentemente reagito, sono stati giustiziati".Nonostante questa rivendicazione, ecco cosa scrissero alcuni giornali del tempo, riportati da Raffaele Zanon e Roberto Merlo nel loro libro "Noi accusiamo Renato Curcio" (Edizioni del CIS, Padova, 1995): "Il quotidiano "Il Manifesto" accredita questa tesi: "Padova, due fascisti trovati uccisi nella sede del MSI. C'è il sospetto che si siano ammazzati tra loro". "L'Unità", a propria volta, parla di "sedicenti Brigate Rosse", mentre "l'Avanti" e "Il Giorno" si spingono oltre, fino ad affermare che "le fantomatiche Brigate Rosse altro non sono che la copertura delle Brigate Nere, un'etichetta in cui il contenuto umano viene fornito anche da gente iscritta al MSI"; "i mandanti del duplice omicidio alla sede della federazione missina - scrive "Il Giorno" - sono iscritti al partito di Almirante"..."!
Quel clima di menzogna, viltà e complicità venne ben descritto in una canzone scritta dal "Gruppo padovano di protesta nazionale" (che divenne poi la "Compagnia dell'Anello").

Cittadino fermati, guarda di qua.
Fermo, non nasconderti, è la tua città.
Quella che stavolta si macchia di sangue
quando col silenzio ogni sogno infrange.
Tu borghese guardati, ecco cosa sei.
Guardati e vergognati, anche tu lo sai
che la vigliaccheria ti taglia le gambe
e la morte mia non è per te importante.
Cittadino fermati, ora stai zitto,
è il silenzio ipocrita di chi è sconfitto,
è il silenzio complice di chi spesso mente,
di chi per interesse o paura si vende.
E anche tu vigliacco, brigatista rosso
anche se il tuo nome io dire qui non posso,
anche se il tuo nome resterà sconosciuto,
anche se mi hai ucciso, io non sono muto
e resto qui a cantare questa mia canzone,
per chi come me ha un'opinione,
una santa idea abbastanza grande.
L'anima mia vive, questo è l'importante.

Cittadino fermati, guardami in faccia,
riesco a capire che non ti piaccia,
quei buchi che ti fanno abbassare la vista
sono i colpi esplosi dall'odio comunista.
Cittadino fermati, guarda di qua.
Ferma non nasconderti, è la tua città...
E' la tua città!

venerdì 6 giugno 2008

Questione morale

Poco meno di un anno fa, un brillante senatore di Alleanza Nazionale (che non nomino) decise di prendere un ambulanza per raggiungere nel minor tempo possibile gli studi televisivi.

Poteva prendere l’autoblu in dotazione. Avrebbe potuto prenotare un taxi.

Fatto sta che decise di recarsi in televisione a bordo di una comoda autoambulanza fingendo un malore.

Scherzetto mal riuscito: delle troupe televisive lo inquadrarono e la notizia viene sbattuta in prima pagina.

Tira aria di tempesta. L’arzillo senatore capisce che il partito sta meditando di cacciarlo e decide di prendere tutti in contropiede passando con un partito alleato.

Mi ricordo bene quei giorni. Mi stupì infatti la fermezza con la quale Alleanza Nazionale prese posizioni nei confronti dell’allora suo senatore. Tale comportamento mi riempì d’orgoglio. Mi fece capire che ancora esiste un codice non scritto, un rapporto morale che presiede l’operato dei nostri esponenti più in vista. La violazione di una regola del “codice” porta alla radiazione dal partito.

Chi sbaglia,paga. Senza se e senza ma.

Venendo ai giorni nostri.

Il 1 Giugno è stato ammazzato a Casal di Principe(indiscussa roccaforte della camorra) Michele Corsi.

Corsi era un pregiudicato,colluso con la camorra,ma da poco aveva cominciato a collaborare con la giustizia. In parole povere aveva cominciato a raccontare ai magistrati come girassero gli ingranaggi dello smaltimento dei rifiuti. Chi prendeva da chi, chi ci guadagnava, chi autorizzava, chi controllava, chi comandava.

Corsi fa anche nomi di politici regionali e nazionali.

Un uomo scomodo,delle dichiarazioni pericolose che avrebbero potuto mettere a repentaglio lo status quo della Camorra.

Sappiamo tutti come andrà a finire.

La Camorra non aspetterà molto per ucciderlo.

La questione che si pone è che dai verbali delle dichiarazioni di Corsi appare anche il nome di Mario Landolfi,noto esponente di Alleanza Nazionale e Presidente dell’Autorità di Vigilanza Rai.

Secondo i verbali, Landolfi avrebbe agevolato la società di Corsi in particolare per ottenere il certificato antimafia necessario per intraprendere l’attività. Inoltre,sembrerebbe che Lanfolfi avesse chiesto l’assunzione presso la ditta di Corsi di uomini a lui vicini.

Le dichiarazioni di Corsi vanno provate, studiate, approfondite.

Nutro la più profonda fiducia negli organi inquirenti e nella magistratura.

Landolfi sarà innocente fino a che la colpevolezza non sarà pronunciata con sentenza passata in giudicato.

Mi auguro,però, che dentro Alleanza Nazionale non possa trovare ospitalità alcun mafioso o colluso.

Il partito stava per cacciare un suo senatore solo perché ha scambiato l’ambulanza per un taxi, cosa farà nel caso di Landolfi?

Staremo a vedere.

venerdì 30 maggio 2008

Che gran figura di M.....

E adesso come la mettiamo?

Chi tornerà sui passi e ammetterà di aver sbagliato?

Chi dirà di aver preso una cantonata pazzesca?

Pochi,pochissimi,forse nessuno.

Erano scesi in piazza i comitati antirazzisti. I politici della sinistra radicale e veltroniana avevano denunciato il clima profondamente razzista che regna in Italia.

I fascisti tornano a picchiare. La destra più becera si getta nelle ronde e nei pestaggi ai danni degli immigrati.

La stampa cavalca l’onda e sottolinea il rigurgito razzista dell’estrema destra.

Giovani a volti coperti con sciarpe raffiguranti croci celtiche e croci uncinate.

Un’aggressione politica,razzista,nazista

Guardate come commenta un leader dei centri sociali(se riuscite a decifrare l'italiano incomprensibile)


E alla fine?

Alla fine risulta che l’aggressore è un uomo come tanti altri. Qualche precedente penale e una famiglia sulle spalle.

Non solo.

Non è un fascista. Non è tantomeno un uomo di destra.

Anzi, è un uomo di sinistra.

Sul braccio ha un tatuaggio del Che.

Vi invito tutti a leggere l’articolo di Repubblica che trovate a questo link http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/05/29/065macch.html.

Questa è la parte iniziale:

L' uomo del raid del Pigneto, «l' italiano sulla cinquantina» cui la polizia cerca da cinque giorni di dare un volto, il più vecchio tra i mazzieri, il "Capo", arriva all' appuntamento ai tavolini di un bar che è notte. Ha i capelli brizzolati, gli occhi lucidi come di chi è in preda a una febbre. Allunga la mano in una stretta decisa che gli fa dondolare il ciondolo d' oro al polso. «Eccome qua, io sarei il nazista che stanno a cercà da tutti i pizzi. Guarda qua. Guarda quanto so' nazista...». La mano sinistra solleva la manica destra del giubbetto di cotone verde che indossa, scoprendo la pelle. L' avambraccio è un unico, grande tatuaggio di Ernesto Che Guevara.

mercoledì 28 maggio 2008

Scontri alla Sapienza


Violenza preannunciata quella andata in scena ieri alla Sapienza di Roma.

Dopo la pessima figura con Papa Ratzinger ,la Sapienza è stata nuovamente teatro di un episodio di violento boicottaggio delle idee altrui.

I protagonisti sono sempre gli stessi: i collettivi di sinistra e il rettorato.

Andiamo con ordine.

Il gruppo studentesco che fa riferimento a Forza Nuova chiede l’autorizzazione per effettuare una conferenza sul tema delle Foibe. Questa conferenza doveva rappresentare la risposta alla conferenza organizzata in precedenza dai collettivi e che aveva visto protagonista una nota negazionista la quale ritiene che le foibe siano solo una creazione degli esponenti neofascisti.

Tuttavia a Forza Nuova l’autorizzazione viene negata. La motivazione è qualcosa di esemplare:”per timori che il dibattito si tramuti in disordini”.

Siamo alle comiche.

Per l’ennesima volta un gruppo di destra o di estrema destra non riesce a trovare spazio all’interno delle Università.

Basta poco. Basta che i collettivi si organizzino, si riuniscano in un picchetto all’entrata delle aule, basta che occupino per qualche ora la Presidenza della Facoltà e il permesso per manifestare le proprie idee viene bellamente negato allo schieramento avversario.

Questa è lo costante dei gruppi studenteschi di sinistra. Negare i diritti ai ragazzi di destra, vietare loro di poter esprimere liberamente le proprie idee, boicottare in modo violento qualsiasi forma di espressione del pensiero.

E il tutto avviene all’interno delle Università: per definizione il luogo dove massima deve essere la garanzia di poter esprimere liberamente il proprio pensiero.

Una Università schiava delle violenze e dei ricatti dei collettivi rossi.

Vogliamo un’Università capace di rispondere in modo deciso a queste minacce.

Un’Università che sappia garantire a tutti la libertà di pensiero.

Un’Università che sia davvero un luogo di confronto e un crocevia di culture.

Non un canile dove vince il cane che abbaia più forte.

martedì 6 maggio 2008

Grande Fratello


Assistiamo in questi giorni all’ultima illuminazione del Governo Prodi.
Chi lo pensava morto e defunto ha dovuto ricredersi davanti all’ultima trovata della nobiel truppa prodiana.
Non contenti di aver martoriato gli italiani con tasse sempre più elevate, non paghi di aver messo pesantemente le mani nelle tasche dei cittadini, il viceministro Visco esala l’ultimo rigurgito pubblicando su Intenet tutti i redditi dei contribuenti.
Dal ricco industriale all’operaio in cassa integrazione,dalla maestra d’asilo all’artigiano in pensione,dal professore universitario all’avvocato di provincia:tutti,nessuno escluso,hanno visto i propri redditi pubblicati nella rete.
Vi domanderete: e la privacy? E la tutela della riservatezza?
Il Codacons ha adito immediatamente le vie legali chiedendo un risarcimento di 20 miliarid di euro (cifra superiore ad una manovra finanziaria) per lamentare il risarcimento del danno alla privacy.
Il Garante del Contribuente (organo statale che vigila sull’operato del Fisco) denuncia di non aver mai prestato il proprio consenso per avviare la procedura di pubblicazione.
La Procura di Roma ha avviato le indegini per ricercare chi ha pubblicato i dati in Intenet.
Intanto Visco ribadisce di aver agito nel rispetto della legge.Grazie, tutti sono in grado di agire in base alla legge quando la legge te la fai tu.
Ma intanto il danno è fatto. Grave e irreparabile.
Ecco in cosa si sono tradotti gli slogan contro l’evasione fiscale del Governo Prodi e del fido Veltroni.
Quando promettevano lotta serrata all’evasione non intendevano maggiori finanziamenti alla polizia tributaria,non intendevano maggiori risorse a chi deve combattere contro gli evasori.
Niente di tutto ciò. L’unica idea che sono riusciti a partorire è stato il Grande Fratello dei Redditi.
Sono riusciti solamente a pubblicare i redditi dei contribuenti soddisfando così tutte le manie vojueristiche degli italiani e servendo in un piatto d’argento tutti i dati essenziale per chi vuole commettere sequestri,rapine o estorsioni.
Gran bella lotta all’evasione.
Sembrerebbe quasi che il Governo Prodi avesse in qualche modo voluto far pagare la sconfitta agli italiani..

P.S. E perché mai per una volta non ci siamo messi a copiare anche noi?
Magari dall’Irlanda,dove vengono pubblicati solo i redditi degli accertati evasori fiscali,in modo che possano essere svergognati nella pubblica piazza.

venerdì 28 marzo 2008

domenica 23 marzo 2008

chi l'ha visto?

questo è il testo che ho spedito alla segreteria di Alleanza Nazionale e alla redazione de il Secolo d'Italia:



Se diciamo che Internet è uno spazio fondamentale per la campagna elettorale,scopriamo l’acqua calda.

Girando su internet digito su google la parola :POPOLO DELLA LIBERTA’. Escono i risultati e vengo indirizzato all’indirizzo www.votaberlusconi.it.

Niente di male. Il sito è fatto bene. Ricco di notizie, ben colorato e pieno di utili spazi multimediali. Insomma un ottimo prodotto in vista delle elezioni e di sicuro impatto.

Ad un certo punto vengo letteralmente sbalzato dalla sedia quando vedo una serie di icone con il logo di Forza Italia.

In basso a destra,infatti, ci sono i simboli di Forza Italia con le diciture delle varie organizzazioni e ramificazione dell’apparato forzista.

Cerco e guardo. Rifletto “Se c’è Forza Italia,ci saranno anche i loghi di Alleanza Nazionale”. Guardo meglio. Ma niente da fare.

D’accordo che se digiti www.forzaitalia.it vieni automaticamente indirizzato su www.votaberlusconi.it ,ma ciò non giustifica che i forzisti,rinunciando al loro sito ufficiale di partito, non debbano dar spazio al loro partner politico.

Alleanza nazionale, il suo simbolo, i suoi rappresentanti.

Nulla di tutto questo è presente nel sito ufficiale della coalizione elettorale con la quale AN si presenterà alle elezioni del 13/14 Aprile.

Eppure,fino a prova contraria, siamo solo in due ad aver formato questa coalizione.

Perché non ci danno spazio?

Una semplice svista?

Oppure dietro questa “dimenticanza” c’è ben altro?

PS: non sono un grandissimo esperto di internet. Magari ho guardato male o più semplicemente ho travisato qualcosina. Forse ci saranno altri centinaia di siti ufficiali e mi scuso sentitamente.

Ma se nel caso fosse realmente come ho descritto, sarebbe il caso di dare delle risposte.

Anche magari con un semplice “Cribbio, ci siamo proprio dimenticati di Alleanza Nazionale”.




venerdì 21 marzo 2008

giovedì 20 marzo 2008


Pensavamo di averle viste tutte e invece non c’è mai fine.

La sinistra in questa campagna elettorale ci sta regalando di quelle magie che sinceramente ci lasciano alquanto imbarazzati.

Passa che il PD abbia copiato il programma(e vabbè,i temi sono sempre quelli),si tollera che Veltroni adotti un motto già visto (si può fare,in tutti i sensi),ma veder rinnegare la loro ideologia per raccattare quattro voti è sinonimo che sono in profonda crisi.

Andiamo con ordine. Dal più piccolo al più grande.

“StudentiPer” è un sindacato studentesco che è in quota Ds,ora PD. Nei giorni scorsi i loro militanti hanno lasciato nelle facoltà dei volantini il cui titolo non lasciava spazio ad equivoci “siamo tutti tibetani”. Toh!E chi si rivede,ma guarda un po’ quanto tempo è passato!I neo-democratico-comunisti che mettono sul banco degli imputati proprio il simbolo del comunismo del ventesimo secolo:La Repubblica Popolare Cinese. Adesso che si mostrano in tutta la loro crudeltà non sono più simpatici i compagni dagli occhi a mandorla?Nno rappresentano pià il riscatto del proletariato?Ci volevano anni per capire che quella cinese è una delle dittature più spietate che ci siano al mondo? Quanto ancora dobbiamo aspettare perché,cari compagni,condanniate Cuba,la Corea e tutte le loro sanguinose repressioni?

Attendiamo (poco)fiduciosi.

Ma veniamo al secondo protagonista:Luca Canarini,che non ha certamente bisogno di presentazioni. Anzi,qualcosina sul suo conto sarebbe meglio dirla.

Ce lo ricordiamo a capo dei no global,poi tute bianche,poi disobbedienti,in ogni caso nulla facenti. Bene. E ce lo ricordiamo nelle sue battaglie per la libera informazione e per la libera circolazione del sapere. Espropri proletari e assalti alle librerie,perché la cultura non deve conoscere vincoli.

Bene. E adesso dove lo ritroviamo? E’ un bel po’ vero che non si sente parlare di lui?

Infatti era impegnatissimo nella stesura del suo libro “La parte della fortuna”.

E adesso ci chiediamo:ma chi pubblicherà il suo libro? E potremo rispondere:boh,forse la compagna Feltrinelli,forse qualche editore locale,o forse un’etichetta del mondo antagonista.

Macchè.

Il signor Canarini è andato direttamente a bussare alla porta del nemico,alla porta del padrone ed ecco pronto il contratto. Luca Canarini pubblicherà il suo libro con la Mondatori, in barba a tutte le battaglie contro il Nano malefico,al capitale che stritola e condiziona il sapere, alla cultura al servizio di pochi.

Magari leggeremo il libro. O magari faremo un bel esproprio per toglierlo dai banchi delle librerie. Ovviamente in nome della libertà del sapere. Ne saresti contento Luca?

E veniamo infine al nostro Walter Veltroni.

Sempre con i toni pacati, con il tricolore che prima calpestava e adesso ha sempre in parte, il suo pullam e le folle starnazzanti un insignificante Si può fare.

Ebbene,Walter si è lasciato andare. Ha “chiuso” i ponti con il passato comunista. Ha “riposto” la chiave inglese e il passamontagna dentro all’armadio. Basta,lui è il “nuovo”.

E a riprova di ciò,Walter ha affermato che la lotta di classe è un’ideologia che appartiene al passato.

Se questa frase l’avesse detta Berlusconi,sarebbe passata in secondo piano. Tuttavia questa frase viene pronunciata e sbandierata da un personaggio come Veltroni che assieme ai suoi compagni è cresciuto e ha “lavorato” per quarant’anni dentro il più grande Partito Comunista d’occidente.

Ma cosa vuole venire a raccontarci? Ma con quale credibilità cerca di abbattere uno dei pilastri della storia della sinistra per racimolare qualche voto i più?


Tutto si può dire,tranne che ai comunisti manchi la fantasia.

(in foto a sinistra,il "nuovo" che avanza)

sabato 1 marzo 2008

mercoledì 27 febbraio 2008

casa pound

Servizio su un centro sociale di DESTRA
Casa Pound di Roma.
Qquesta è la prima parte.


martedì 26 febbraio 2008

sondaggio elettorale


Azione giovani San Donà,movimento giovanile del locale circolo di Alleanza Nazionale,ha effettuato nel pomeriggio di sabato 23 febbraio un sondaggio elettorale.

Il sondaggio mirava a scoprire quali fossero,ad un mese e mezzo dal voto,le intenzioni di voto dei sandonatesi.

Il campione riguarda oltre duecento persone,di entrambi i sessi e di qualunque età.

Riportiamo di seguito quelli che secondo noi sono i dati più significativi emersi dal sondaggio.

1. Alla domanda “Se domani ci fossero le elezioni comunali,lei per quale candidato sindaco voterebbe?”

Francesca Zaccariotto ha ottenuto il 56 %.

Il Partito Democratico,che non ha ancora deciso quale sarà il proprio candidato sindaco, ottiene il 5.7 %.

Dino Buran,candidato sindaco di una parte di Forza Italia,ottiene il 5 % dei consensi. La stessa percentuale la ottiene Ennio Mazzon.

Il dato più significativo viene da coloro i quali non hanno la minima idea di chi siano i candidati sindaci. Oltre il 30% degli intervistati infatti non conosce quali siano i candidati alla poltrona di sindaco della città. Un dato importante se si considera che manca meno di un mese e mezzo al voto.

2. Alla domanda se l’intenzione di voto rappresenti la stessa votazione espressa alle precedenti elezioni comunali la maggior parte degli intervistati ha confermato la stessa scelta di cinque anni fa. Solo il 20 % infatti non confermerà la scelta effettuata alle precedenti elezioni. Tale discordanza va a premiare in egual misura il Sindaco Zaccariotto e i suoi rivali.

3. Agli intervistati viene inoltre domandato di esprimere una valutazione da 1 a 10 dell’amministrazione Zaccariotto.

Tra coloro che hanno espresso una valutazione positiva(82%),la media si è fermata sul 7.8.

Mentre coloro che hanno espresso una valutazione negativa si è raggiunto il 3.25.

Da sottolineare il fatto che molti,pur non dando il voto al sindaco Zaccariotto, abbiano comunque espresso una valutazione positiva sull’operato dell’amministrazione uscente.

Tutti concordi,comunque,nel ribadire come con l’amministrazione attuale la città sia stata ricoperta di fiori.

1. Da ultimo è stato chiesto agli intervistati di sottolineare quale sia il problema principale della città.

Il 29% pone l’accento sul problema della sicurezza,in particolare sul fenomeno dell’immigrazione clandestina e della microcriminalità.

Il 22 % ritiene che il problema principale sia rappresentato dalla questione della viabilità e dal traffico che attanagliano il centro cittadino.

Il 10 % pensa che bisogna rivolgere più attenzione al sociale (anziani,bambini,servizi sociali).

Il 9% invece crede che il problema principale sia rappresentato da una riqualificazione del centro cittadino.

L’ 8% crede che la prossima amministrazione debba concentrarsi sulla questione dei parcheggi,in particolare nel centro cittadino.

Le restanti percentuali vedono molteplici aspetti come una maggior attenzione alle frazioni,al problema della casa.

Un dato importante, il 5%, ritiene doveroso intervenire sullo stato dei marciapiedi.



giovedì 21 febbraio 2008

rivolta generazionale

Stessa faccia,stessa razza....


...ecco il nuovo che avanza!